Klimt Experience: San Giovanni si tinge d’oro
Quando si chiede un consiglio su cosa fare a Roma, poche fonti sono affidabili come quelle di un albergatore con un vero pedigree capitolino: infatti è proprio dalla manager del Rome Garden che, ben prima che la cartellonistica pubblicitaria facesse la sua prima comparsa, è giunta la notizia dell’arrivo a Roma di Klimt Experience. Una mostra immersiva nell’opera del celebre pittore viennese, che ha già riscosso un notevole successo a Firenze, Milano, Caserta ed è in questi mesi di scena a Roma: dal 10 Febbraio al 10 Giugno 2018. Un esperimento multimediale che promette un’esperienza molto diversa da qualsiasi tradizionale esposizione pittorica.
È in un’umida sera di Marzo che ci avventuriamo alla scoperta di questa mostra innovativa, che tanto ha fatto parlare di sé. Usciti dalla stazione metro, attraversiamo gli archi della Porta e ci godiamo il luminoso spettacolo del complesso di San Giovanni in Laterano, una vista che né il temporale né i clacson del traffico riescono a rendere meno suggestiva. Sfiliamo otre la basilica e l’obelisco, schivando automobili, pozzanghere e passanti distratti, raggiungendo in pochi minuti la Sala delle Donne (nel complesso monumentale di San Giovanni Addolorata) che ospita la mostra.
L’immersione multimediale
La prima sala è una sorta di anticamera introduttiva: su numerosi schermi, posizionati ad ogni parete, si susseguono quadri, disegni e schizzi dell’artista, accompagnati da note biografiche che contestualizzano le immagini. Sul pavimento e sulle mura appaiono e svaniscono citazioni e aforismi di Klimt, proiettati senza soluzione di continuità. Il nero e l’oro predominano: nel buio, un turbinio di faville auree guida i visitatori verso il salone principale. È qui che il corpo centrale dell’esposizione prende vita: un ambiente ampio, quasi smisurato, foderato di grandi teli su cui vengono proiettate, su scala gigantesca, le opere di Gustav Klimt. Un divano centrale accoglie i visitatori che, comodamente seduti, possono lasciarsi assorbire completamente dalla presentazione.
Immagini e suggestioni in alta definizione
La definizione delle immagini è notevole, oltre il livello HD. La regia conduce dinamicamente lo scorrimento dei dipinti, alternando vedute d’insieme, animazioni e ingrandimenti su dettagli significativi. L’elemento sonoro è una presenza costante e profonda: la musica di Wagner, Mozart, Beethoven e Strauss accompagna ogni transizione, modulando risposta emozionale. Una corrente emotiva fluida e ammaliante che accompagna il visitatore nel cuore dell’Austria imperiale, seguendo l’evoluzione della poetica di Klimt, dagli inizi all’era della Secessione Viennese. La colonna sonora è scelta con gusto e le immagini, anche in virtù delle proporzioni gigantesche, si caricano di ulteriori significati, suscitando profonde ed intense suggestioni. Come promesso. un’immersione multimediale totale, passionale e coinvolgente, ben diversa da una pacifica contemplazione di una pinacoteca ma, di certo, altrettanto intensa per chi si dispone di fronte ad essa senza pregiudizi di sorta. Unica nota fuori posto è costituita forse da una certa ridondanza tematica, nei passaggi più “didattici” nella struttura del filmato. Tra le varie citazioni attribuite a Klimt, che fanno la loro plateale comparsa, proiettate a caratteri giganteschi sulle pareti, ricorre frequentemente:
“Chiunque voglia conoscermi deve guardare con attenzione le mie opere e cercare di scoprire quello che sono e quello che voglio.”
I curatori della mostra, forse per eccesso di zelo, finiscono per trascurare il suggerimento dell’artista stesso. La proiezione si dilunga e a volte arranca per l’inserimento di dettagli storici di contesto, ricostruzioni 3D dell’architettura viennese, filmati d’archivio, animazioni a volte superflue. L’intento manifesto è aiutare il fruitore a calarsi nella giusta disposizione ma, nel complesso, il pathos dell’immersione ne risulta penalizzato. Alcuni passaggi avrebbero senz’altro beneficiato di un’essenzialità più efficace e di qualche orpello in meno. Ma dopotutto, essendo Klimt il protagonista dell’esposizione, qualche eccesso può essere perdonato.
Realtà virtuale e giochi di specchi
Da segnalare, inclusi nel tour, due ulteriori e deliziosi espedienti museali: una sala di specchi, in cui di nuovo le proiezioni divengono protagoniste, creando intriganti illusioni ottiche; un percorso in realtà virtuale 3D, sviluppato in esclusiva per visori Oculus VR, che coniuga tecnologia e creatività visionaria con risultati surreali ed inattesi. Due piccole leccornie finali che chiudono un buffet multimediale, nel complesso, piuttosto soddisfacente. Senz’altro un’esperienza da consigliare per gli amanti di arte contaminata e sperimentale, per visionari, sognatori e chiunque sia assetato di bellezza e nuove esperienze. Una soluzione brillante per sfidare il maltempo e la rigidità di alcuni canoni accademici a cui sicuramente Klimt stesso si sarebbe opposto.
Da segnalare diverse promozioni e sconti per gruppi, studenti e titolari di abbonamenti ferroviari regionali. Per altre informazioni utili consigliamo di consultare il sito web www.klimtexperience.com.